Tè, scatta il ritiro di un lotto dai supermercati per rischio chimico: l'allarme del Ministero della Salute

Un nuovo avviso di richiamo alimentare è stato diffuso poco fa dal Ministero della Salute: ritirato dal commercio un lotto di tè matcha venduto in bustine. Il motivo è il rischio chimico. Il comunicato.

Il Ministero della Salute ha diffuso un nuovo avviso di richiamo alimentare nel pomeriggio di oggi, martedì 16 aprile 2024. Il ritiro dal commercio riguarda un lotto di tè matcha venduto in bustine a causa del rischio chimico. Si tratta di uno dei richiami disposti dagli operatori di settore dovuti alle non conformità riscontrate nei prodotti in vendita. Il Ministero della Salute si occupa della diffusione di tali avvisi per mettere i consumatori al corrente del ritiro.

Oggetto del richiamo alimentare in questione è il tè matcha venduto a marchio Shan Wai Shan dall'azienda International Trading Srl sita in via Falzarego 26, 20021, nel Comune di Baranzate (MI). Il lotto sottoposto a richiamo è il 30/06/2026, con data di scadenza 30 giugno 2026. Il tè matcha ritirato dal commercio è venduto in confezioni da 12 bustine da 80 grammi e prodotto dall'azienda Shan Wai Shan con sede in Cina. Il tè matcha è un tè verde in polvere proveniente dalla Cina ricco di proprietà benefiche per l'uomo.

Tè matcha ritirato dal commercio: il motivo

Tè matcha ritirato dal commercio: il comunciato
Il comunicato diffuso dal Ministero della Salute sul richiamo alimentare del tè matcha

Il richiamo alimentare del lotto di tè matcha diramato poco fa è motivato dal rischio chimico. In particolare, all'interno del prodotto è stato riscontrato un contenuto di alluminio troppo alto. È per questo motivo che, come si legge nel comunicato diffuso poco fa dal Ministero della Salute, chiunque avesse acquistato il prodotto è invitato a non consumarlo e a portarlo indietro al punto vendita. Il negoziante procederà poi con la sostituzione o il relativo rimborso.

La presenza di alluminio all'interno dei generi alimentari può rappresentare un rischio per la salute umana. È per questo motivo che è stata fissata una dose massima tollerabile. Secondo gli studi disponibili, infatti, l'essere umano può tollerare un milligrammo di alluminio per chilogrammo di peso corporeo come dose settimanale massima. Proprio il tè è tra gli alimenti che maggiormente contribuiscono all'assunzione di alluminio: la presenza di questo minerale è infatti più frequente in cereali e prodotti a base di cereali, bevande come tè e cacao e alcuni alimenti per lattanti. Secondo gli esperti, l'ingestione di alluminio può provocare effetti avversi sulla salute dell'essere umano, fino a causare danni al sistema nervoso.

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