Assegno Unico, stop totale alla misura? Beneficiari nel caos: cosa sta succedendo in queste ore

I beneficiari dell'Assegno Unico temono uno stop totale all'erogazione dopo le notizie di questi ultimi giorni. L'Italia è alle prese da mesi con una procedura di infrazione della Commissione europea: qual è il motivo e quali sono le possibili conseguenze.

C'è molta confusione, in queste ore, a proposito dell'Assegno Unico. E, in particolare, sul futuro di questa misura. L'argomento è finito al centro del dibattito dopo le recenti parole della Presidente della Meloni, che ha "denunciato" la procedura d'infrazione dell'Unione Europea, nei confronti dell'Italia, proprio a proposito dell'Assegno Unico. Qual è la situazione? Proviamo a fare chiarezza.

L'Assegno Unico è un sostegno dato alle famiglie con figli a carico. Questo contributo riguarda circa 6 milioni di nuclei familiari, per un totale di 9,5 milioni di figli. Si tratta di un'importante incentivo alla natalità, ma anche una fonte economica non indifferente per un enorme numero di famiglie italiane. Che, in questi giorni, temono uno stop imminente della misura dopo il messaggio che nelle scorse settimane ha creato un certo panico. Per capire cosa sta succedendo esattamente, bisogna fare un salto indietro nel tempo. A febbraio 2023, quando la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia a proposito dell'Assegno Unico. Procedura di infrazione poi confermata, con un parere motivato, a novembre 2023.

Assegno Unico, si va verso lo stop? Qual è la situazione

Assegno Unico, stop possibile? Facciamo chiarezza
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Secondo la Commissione europea, la normativa italiana sull'Assegno unico viola il diritto dell'Unione europea. In particolare, la violazione riguarda la parte in cui, tra i requisiti per l'ottenimento della misura, c'è quello di risiedere per 2 anni in Italia e quello di vivere all'interno dello stesso nucleo familiare dei propri figli. Questa specifica parte, secondo la Commissione europea, viola il diritto dell'UE perché non tratta i cittadini dell'UE in modo equo, ed è quindi discriminatoria. A giugno 2023 l'Italia ha risposto alla Commissione europea, che però non ha tenuto soddisfacente la replica del nostro Paese. Per questo motivo, a novembre 2023 la Commissione europea ha inviato un parere motivato all'Italia, dando due mesi di tempo al nostro Paese per mettersi in regola: in assenza di misure correttive, la Commissione si è riservata la possibilità di deferire il caso alla Corte di giustizia dell'UE.

Ad oggi, giugno 2024, l'Italia non ha adottato misure per rivedere l'Assegno Unico e mettersi in regola con quanto richiesto. I due mesi messi a disposizione sono trascorsi e, a questo punto, la Commissione può portare il caso alla Corte di giustizia. È in tale sede, a quanto pare, che si deciderà il da farsi: al momento le conseguenze non sono ancora chiare. Giorgia Meloni ha spiegato che, adeguare l'Assegno Unico alle richieste dell'Unione Europea renderebbe la spesa economica insostenibile per l'Italia. La misura, infatti, attualmente costa già diversi miliardi di euro ogni anno e un aumento di spesa non sembra al momento sostenibile.

Sembra comunque improbabile, al momento, ipotizzare uno stop totale all'Assegno Unico. La misura, infatti, è nata come semplificazione di tutti gli altri sostegni alle famiglie precedentemente esistenti per i figli a carico, e non sembra ipotizzabile un improvviso stop totale. Probabilmente, tra l'Italia e l'Unione Europea si aprirà una sorta di trattativa per permettere al nostro Paese di conformarsi al diritto comunitario, evitando sanzioni, senza però far lievitare esageratamente il costo del sostegno a bilancio. Novità in merito sono attese nelle prossime settimane.

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