Plastica, la differenza è in questa sigla: "Come riconoscere la migliore"

Esiste una sigla che permette di riconoscere le varie tipologie di plastica. Non tutte sono uguali e ognuno ha uno specifico utilizzo. Qual è il significato di ogni sigla.

"L'una vale l'altra" è un'affermazione che in alcuni casi può essere vera, ma non sempre. Nel caso della plastica, ad esempio, di certo non lo è. Esistono, infatti, numerose tipologie di plastiche. In pochi sanno realmente le differenze tra le varie tipologie e il corretto utilizzo di ognuna di esse. Se per alcune tipologie di plastica la modalità di utilizzo è abbastanza palese perché naturalmente risaputa, per altre è certamente più difficile.

Per riuscire a capirci di più dovremmo imparare a riconoscere ed interpretare delle sigle, proprio come dovremmo fare con le etichette dei prodotti in vendita nei supermercati Proprio queste sigle, obbligatoriamente presenti su ogni prodotto, indicano esattamente la tipologia di plastica: esistono ad esempio quella monouso, quella resistente alle alte temperatura, quella che non va a contatto con determinati alimenti. Un utilizzo errato potrebbe avere delle conseguenze sulla nostra salute. Effettivamente sembra gran caos. Ma, forse, in realtà non lo è. Innanzitutto, per capire di fronte a quale tipologia di plastica ci troviamo abbiamo bisogno di individuare la sigla, che è presente nella parte sottostante al pittogramma del riciclaggio.

Plastica, così è possibile riconoscerla in base alla sigla

Plastica, come si differenzia grazie ad una sigla
Plastica, le diverse tipologie si riconoscono grazie ad una sigla

Per aiutarci nell'interpretazione delle sigle in questione, un'utente TikTok ha pubblicato un video dedicato all'argomento. Il suo nickname è Rubricalimenti, lui è un divulgatore scientifico laureato in sicurezza alimentare e sul social network si occupa proprio di affrontare i temi in cui ha competenze. Nel video in questione, Rubricalimenti ha fornito importanti informazioni sulle sigle della plastica spiegando il corretto utilizzo per ognuna di esse.

La plastica migliore, secondo l'autore del video, è il PE o HDPE: si tratta del polietilene ad alta densità, indicato con il numero 2, sicuro per il contatto con alimenti caldi e acidi. Un'altra plastica di buona qualità è il PP, indicato con il numero 5, che in generale è stabile alle temperature di congelamento e alle alte temperature fino a 120°C. Troviamo poi il PS (indicato con il numero 6), ovvero il polistirene o polistirolo: questa plastica è sicura a temperature fredde, ma è meglio evitare la sua esposizione ai raggi UV.

Bisogna fare particolarmente attenzione al PET (indicato con il numero 1), perché è instabile al calore, e al LDPE (indicato con il numero 4), perché non è idoneo al contatto con gli alimenti ed è sconsigliato il suo utilizzo. Infine c'è il PVC (indicato con il numero 3), che non va bene a contatto con gli alimenti caldi e grassi.

Le sigle sembrano tante e complicate, ma con un po' di impegno si possono apprendere e in questo modo essere in grado di riconoscere le varie tipologie di plastiche e utilizzarle, di conseguenza, in maniera appropriata.

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