"Mi hanno truffato per 2300 euro con il metodo vishing", la truffa bancaria mette in pericolo soldi e dati sensibili: come difendersi

Un cliente romano di un noto istituto bancario ha subito una truffa col metodo vishing che gli è costata 2.300 euro, ma è riuscito a recuperare la somma grazie al supporto di un'associazione. La sua storia.

I nuovi metodi utilizzati dai malintenzionati per mettere in atto truffe e raggiri sono sempre più elaborati e, per questo, difficili da riconoscere. Solo con un adeguato livello di informazione è dunque possibile essere al corrente sui potenziali pericoli ed evitarli. Tra i metodi più utilizzati, di recente, dai truffatori, c'è quello del vishing. Di cosa si tratta, esattamente?

A spiegarlo è stata l'associazione Codici, che si occupa della tutela dei consumatori e che ha raccontato una vicenda che ha visto vittima un cliente romano di un istituto bancario. L'uomo, stando a quanto riportato dall'associazione, ha perso circa 2.300 euro a causa di una truffa bancaria. Tutto è partito quando alla vittima è arrivato un SMS con il quale veniva informata di un tentativo di accesso fraudolento al conto corrente. Il messaggio è stato seguito da una telefonata in cui i malfattori hanno chiesto alla vittima dei dati sensibili per sventare l'attacco.

La truffa bancaria col metodo vishing: perché è difficile riconoscerla

Truffa bancaria col metodo vishing: la vittoria dell'associazione
L'associazione Codici annuncia la vittoria del ricorso per la truffa bancaria con metodo vishing. Fonte: Facebook

Questo tentativo di truffa è difficilmente riconoscibile perché viene messa in atto servendosi di numeri riferibili all'istituto di credito, quindi all'apparenza ufficiali. È proprio questo il metodo del vishing. Per il bersaglio, dunque, non è difficile cadere nella trappola. Per questo motivo, gli esperti invitano chiunque a prestare molta attenzione alle telefonate e agli SMS che si ricevono. Il consiglio è quello, in casi del genere, di mantenere la calma e richiamare la banca per assicurarsi che le comunicazioni siano reali e non fasulle.

Nel caso in questione, comunque, la storia ha fortunatamente avuto un lieto fine. L'uomo, infatti, grazie al supporto dell'associazione Codici è riuscito ad ottenere il rimborso della cifra che gli era stata sottratta in maniera fraudolenta. Inizialmente, in realtà, la banca aveva riconosciuto alla vittime solo un rimborso del 70%. Dopo il ricorso all'Arbitro bancario finanziario, però, il cliente è riuscito a far pienamente valere i propri diritti, ottenendo anche il rimborso del restante 30% dei 2.300 euro che gli erano stati sottratti.

È molto importante, nei confronti dei tentativi di truffa, tenere alta la guardia, adottare tutte le possibili precauzioni e diffidare di ogni comunicazione potenzialmente sospetta. È, inoltre, molto importante sapere che, per le vittime delle truffe, non sempre i soldi sottratti sono definitivamente persi: con il supporto di consulenti esperti in materia, infatti, potrebbe essere ancora possibile recuperare una parte o tutta la cifra sottratta presentando contestazioni e ricorsi nelle sedi opportune.

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