Lavoro, il licenziamento è illegittimo in questo caso: cambia tutto con la decisione della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima una parte del Jobs Act, vietando il licenziamento per il lavoratore quando il la motivazione economica si rivela infondata. Per il lavoratore in questione è dunque prevista la reintegra e non il solo risarcimento. Cosa cambia con la sentenza sul mondo del lavoro.

Si tratta di una decisione destinata ad apportare importanti modifiche al mondo del lavoro, quella arrivata di recente da parte della Corte Costituzionale. Una decisione che va ad impattare sul Jobs Act, la riforma introdotta dal Governo Renzi, con novità a proposito di licenziamento. A parlarne è stato, in un video pubblicato di recente su TikTok, l'avvocato Angelo Greco.

La Corte Costituzionale, come spiegato dall'avvocato Greco, ha emesso una nuova sentenza con la quale ha scardinato definitivamente il Jobs Act. Non si tratta della prima volta, infatti, che i giudici intervengono nei confronti della riforma, ormai smontata in diversi suoi punti cardine. Secondo la Corte Costituzionale, laddove il datore di lavoro dovesse licenziare il dipendente per motivi economici, ovvero per una ristrutturazione interna, e poi la motivazione dovesse risultare infondata, il lavoratore avrebbe diritto alla reintegra.

@angelogrecoofficial

Licenziamento: la corte costituzionale ha di nuovo demolito il Jobs stabilendo la reintegra per tutti i casi di licenziamento economico fondato sui motivi falsi #licenziamento #legge #lavoro #lavoratore #dipendente #legge

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Lavoro, importanti novità riguardanti il licenziamento grazie alla sentenza della Corte Costituzionale

Lavoro, la sentenza della Corte Costituzionale sul licenziamento
Lavoro, la Corte Costituzionale interviene sulla disciplina del licenziamento: quando è illegittimo. Fonte: TikTok

Si tratta, questa, di una nuova tutela che la Corte Costituzionale garantisce ai lavoratori e alle lavoratrici. Da oggi, dunque, al verificarsi di questa fattispecie non sarà più sufficiente la sola riparazione economica del danno: il lavoratore dovrà anche essere reintegrato sul posto di lavoro, a differenza di quanto invece prevedeva il Jobs Act.

La Corte Costituzionale, come ha spiegato nel video l'avvocato Angelo Greco, sta di fatto gradualmente ripristinando l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori con tutte le sue pronunce. I giudici, in questo modo, stanno stabilendo un nuovo importante principio: la reintegra sarà considerata la regola, mentre il risarcimento economico solo l'eccezione. Questa decisione è arrivata con la sentenza numero 128 del 2024 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 3, comma 2, del decreto legislativo 4 marzo 2015, numero 25. In particolare, dunque, è stata dichiarata costituzionalmente illegittima la parte in cui non prevede che la tutela reintegratoria attenuata si applichi anche nelle ipotesi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo in cui sia dimostrata in giudizio l'insussistenza del fatto materiale del datore di lavoro. Quando ciò accade, dunque, per il lavoratore licenziato è ora prevista la reintegra come tutela, cosa che accadeva già prima dell'introduzione del Jobs Act.

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