Lavoro, il turno notturno si può rifiutare in questo caso: "Ci sono delle condizioni da rispettare"

In alcuni casi particolari, i dipendenti hanno la possibilità di rifiutare il turno di lavoro notturno. Ciò accade per i genitori di figli neonati o piccoli. Ne ha parlato, nel dettaglio, l'avvocato Marco Cosentini.

Tra le tante possibilità previste dall'attività lavorativa c'è anche quella di svolgere uno o più turni notturni. Si tratta di una possibilità particolarmente diffusa, in particolare, in alcuni settori. Se per qualcuno la possibilità di svolgere turni notturni al lavoro è un vantaggio, per altri non è affatto così. Vanno considerati, inoltre, anche tutti i rischi legati al lavoro notturno: innanzitutto quelli riguardante la salute, come i disturbi del sonno e non solo.

Esiste, in realtà, la facoltà di essere esonerati dallo svolgimento di turni notturni. Una facoltà prevista per alcuni casi particolari e soggetta a precise condizioni e limiti. Ne ha parlato, in un recente video pubblicato su TikTok, l'avvocato Marco Cosentini, specializzato in diritto del lavoro che di frequente condivide contenuti molto interessanti sul tema. Il legale, sul tema, ha spiegato che per quanto riguarda le mamme la legge prevede un divieto assoluto di lavoro notturno. Questo divieto va dall'accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento del primo anno del figlio. In questo periodo, infatti, la legge ha come priorità la salvaguardia del benessere psicofisico della mamma.

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Lavoro, quando è possibile rifiutare il turno notturno: le varie ipotesi

Lavoro, in alcuni casi si può rifiutare il turno notturno
I dipendenti e le dipendenti hanno la facoltà di rifiutare i turni notturni: ecco quando. Fonte: TikTok

Per quanto riguarda i papà lavoratori, invece, è prevista la facoltà di esonero dai turni notturni. Questa facoltà è valida fino ai 3 anni di età del figlio, a condizione che il genitore viva con il piccolo. Ci sono poi dei casi particolari, come quello riguardante i genitori separati che hanno l'affido condiviso del figlio.

Per fare chiarezza su questo caso particolare, l'avvocato Cosentini ha spiegato che le mamme possono lavorare di notte solo dopo che il figlio ha compiuto 3 anni di età o prima se è il padre convivente ad usufruire dell'esonero da lavoro notturno. Solo nel caso in cui il genitore sia unico affidatario, invece, questo potrà chiedere di non lavorare la notte addirittura fino al compimento di 12 anni da parte del figlio. In caso di affido condiviso, invece, ognuno dei due genitori ha il diritto di rifiutare il lavoro notturno durante il periodo in cui dimostra al datore di lavoro di convivere con il minore.

In sintesi, ha spiegato l'avvocato Cosentini, la lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a 3 anni o in alternativa il lavoratore padre convivente con la stessa possono essere esonerati dal lavoro notturno. Ma anche la lavoratrice o il lavoratore che sia l'unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a 12 anni. Nel caso di affido condiviso, infine, l'esonero vale relativamente al periodo in cui il figlio è affidato al genitore.

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