Busta paga, il datore di lavoro può trattenere delle somme per il finanziamento? L'esperto: "C'è un solo caso"

In tempi recenti la Corte di Cassazione ha dovuto rispondere a un quesito interessante che riguarda la busta paga: il datore può trattenere somme per il finanziamento? A spulciare tra i documenti ci ha pensato l'avvocato Roberto Amati. Ecco cosa ne è venuto fuori.

È uno dei quesiti più interessanti degli ultimi anni. Di quelli che mettono di fronte il lavoratore e il datore di lavoro. Già, perché negli ultimi tempi la Corte di Cassazione si è pronunciata su una sentenza che riguarda l'eventuale trattenuta di una somma, da parte del datore di lavoro, per il finanziamento del dipendente. Lo può fare? Ecco la risposta.

Il datore può trattenere delle somme dalla busta paga per il finanziamento? Sul tema parla l'esperto

A interessarsi dell'argomento ci pensa l'esperto avvocato Roberto Amati, tra i professionisti più apprezzati sui social. Sono tanti e dei più disparati gli argomenti su cui interviene, con spunti di riflessione sempre nuovi e interessanti. Oggi quello di cui ci vuole parlare ha a che fare con la trattenuta di somme in busta paga da parte del datore di lavoro per il finanziamento di un suo dipendente. Ecco quello che dice la Corte di Cassazione in merito.

@avvocatoamati

Al max 2/3 euro.

♬ suono originale - Avv. Roberto Amati

"Hai fatto un finanziamento o una cessione del quinto e ogni mese il tuo datore di lavoro per pagare questo finanziamento all'istituto finanziario ti trattiene delle somme in busta paga". Si apre così il quesito a cui vuole rispondere l'avvocato. La domanda è se ciò può avvenire. "Ultimamente è uscita una sentenza della Corte di Cassazione - una tra le molte - che ci dice come il datore di lavoro non può assolutamente trattenere dalla busta paga del lavoratore delle somme a ragione del fatto che paga una finanziaria", spiega l'avvocato.

datore busta paga finanziamento
Ecco cosa ha detto la Cassazione in merito alle trattenute in busta paga per il finanziamento. Fonte: TikTok

Il datore di lavoro infatti in questo caso è il debitore e il lavoratore sta semplicemente dicendo al suo debitore che la retribuzione una parte andrà a lui e l'altra, invece, all'istituto di riferimento, dove è stato acceso il prestito. "Eventualmente ci dice la Cassazione che l'unica somma che il datore di lavoro può addebitare in busta paga al lavoratore sono quei due o tre euro per il secondo bonifico", illustra l'esperto.

Cifre irrisorie

Insomma, tutto sommato delle cifre irrisorie che non vanno certo a compromettere l'economia della persona. È sempre meglio però conoscere a fondo i propri diritti per non incappare in problematiche di questo genere. A tal proposito, ricordiamo quelle che sono le regole che hanno a che fare con la pausa giornaliera.

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