Lavoro, arriva la precisazione: "Il licenziamento per scarso rendimento è possibile in un solo caso"

Basandosi su una pronuncia della Corte di Cassazione, un noto avvocato ha spiegato in quale caso è possibile il licenziamento per scarso rendimento a lavoro. Ecco la risposta.

Il rapporto di lavoro si conclude, principalmente, mediante due istituti giuridici: le dimissioni e il licenziamento. Le dimissioni vengono presentate unilateralmente dal lavoratore dipendente, mentre è il datore di lavoro a licenziare il lavoratore dipendente. Esistono diversi motivi, per i quali un datore di lavoro può decidere di licenziare un dipendente. Tralasciando il licenziamento illegittimo, che, per l'appunto, non ha una motivazione valida e, dunque, può essere impugnato e annullato, o portare a un risarcimento, vi sono il licenziamento per giusta causa, per giustificato motivo soggettivo e per giustificato motivo oggettivo.

Il licenziamento per giusta causa dipende da inadempimenti gravi da parte del dipendente, che richiedono un immediato allontanamento dello stesso, per non danneggiare ulteriormente l'ambiente di lavoro. Meno grave di questo è, invece, il licenziamento per giustificato motivo soggettivo: esso viene effettuato sempre per degli inadempimenti da parte del lavoratore, ma non talmente gravi da interrompere immediatamente il rapporto di lavoro. Indipendente dal comportamento del lavoratore, invece, è il licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Un giustificato motivo oggettivo può essere, ad esempio, una crisi economica che ha interessato l'azienda.

Lavoro, licenziamento per scarso rendimento possibile in un solo caso: ecco quale

Tra le cause che possono portare al licenziamento per giusta causa, o, al massimo, al licenziamento per giustificato motivo soggettivo, c'è lo scarso rendimento. La sua definizione, però, può creare confusioni e, spesso, lo scarso rendimento può essere usato in maniera indebita. L'avvocato Roberto Amati ha, infatti, raccontato sulla sua pagina TikTok, che un lavoratore, il quale è stato licenziato per 'scarso rendimento', ha fatto ricorso al giudice di primo grado, poi in Corte d'Appello, e poi in Corte di Cassazione. Quest'ultima ha dato ragione al lavoratore, e ha previsto, per quest'ultimo, un risarcimento. Ma per quale motivo?

@avvocatoamati

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♬ suono originale - Avv. Roberto Amati

Ebbene: come spiega l'avvocato Amati, perché un lavoratore venga licenziato per scarso rendimento, deve essere chiaro cosa si intende per scarso rendimento. Non può essere, cioè, una decisione presa a posteriori, in base al lavoro dello stesso. L'unico caso in cui si può licenziare per scarso rendimento, dunque, è quello in cui venga affisso, in azienda, il Codice disciplinare. In questo Codice devono essere determinati i doveri ai quali il lavoratore deve adempiere, in maniera precisa. Quando il licenziamento, cioè, non viene effettuato per una condotta diversa da quella che si richiede in qualsiasi ambiente di lavoro, che prevede regole basilari come il non rubare in ufficio e il non danneggiare lo stesso, perché esso sia valido, bisogna determinare delle regole ulteriori, che i lavoratori di quel determinato ufficio devono rispettare.

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Un lavoratore firma i documenti per il licenziamento.

Il codice disciplinare

Nel Codice disciplinare, ad esempio, il datore deve prevedere un minimo di adempimenti da fare ogni giorno, come possono essere, ad esempio, dieci prodotti al giorno. In questo caso, un lavoratore che produce, per esempio, due o tre prodotti al giorno, ogni giorno, può essere licenziato per scarso rendimento. Solo con un Codice in cui tali regole vengano disciplinate in maniera precisa, dunque, spiega Amati, si può stabilire quale sia lo scarso rendimento. E, dunque, licenziare per questo motivo.

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