Roma, mostra lo scontrino dell'enoteca ma il titolare gli fa notare un dettaglio: "Com'è andata veramente"

Una cliente di un'enoteca in provincia di Roma ha mostrato lo scontrino per tre bicchieri di vino, denunciando l'importo spropositato. Il titolare dell'esercizio è però intervenuto nella discussione facendo chiarezza su quanto accaduto.

Ritrovati di fronte ad uno scontrino con un importo spropositato rispetto a ciò che si è effettivamente consumato è un evento tutt'altro che raro. Vicende del genere spesso diventano virali sui social e creano lunghe discussioni sul fatto che tale richiesta, da parte dell'esercente, sia giusta o meno. Tra le storie più recenti ce n'è una verificatasi a Fregene, in provincia di Roma.

Una donna ha pubblicato su un gruppo Facebook uno scontrino da 35 euro, lamentandosi per l'importo eccessivo richiesto dall'esercente. Si legge chiaramente la cifra: tre bicchieri di vino per una spesa di 36 euro (35 dopo lo sconto da un euro). La donna, nel denunciare l'accaduto, ha ironizzato commentando con "Si avvicina l'estate e si vede". Aggiungendo di aver consumato, insieme ai tre bicchieri di vino, anche quattro "pizzette secche".

Scontrino spropositato a Roma, il titolare fa chiarezza

Scontrino enoteca Roma, polemiche per la richiesta
Lo scontrino dell'enoteca in provincia di Roma che ha dato vita alle polemiche

La donna ha spiegato di aver inizialmente smarrito lo scontrino, per poi ritrovarlo in modo da poter controllare quanto speso effettivamente per i singoli bicchieri di vino. Lo scontrino, però, non mostra le singole voci nel dettaglio ma solo la spesa complessiva. La vicenda non è affatto passata inosservata e ha dato vita a una lunga discussione sul social network: in tanti gli hanno fatto notare che 35 euro per tre bicchieri di vino e alcune pizzette non è una richiesta esagerata, se magari si è scelto un vino più pregiato.

Il post con lo scontrino ha creato una lunga polemica. Alla discussione ha partecipato anche il titolare dell'enoteca sita in provincia di Roma, per difendersi dalle accuse mosse nei suoi confronti: sullo scontrino e nel post è infatti chiaramente indicato il nome dell'accusa. Pedro, questo il nome dell'esercente, spiegando che non sarebbe il caso di replicare a certe provocazioni, ha aggiunto che in realtà le clienti non hanno bevuto un vino a caso ma hanno chiesto tre bicchieri di ribolla gialla accompagnati da pinsa romana di produzione della stessa enoteca. "Sarebbe il caso di non denigrare le attività dicendo 'arriva l'estate e si vede', perché i nostri prezzi sono sempre gli stessi e i nostri clienti lo sanno bene", ha concluso l'esercente. La versione dell'altra parte in causa, ovvero quella del proprietario dell'enoteca, ha così fatto chiarezza sullo scontrino che aveva dato vita a una lunga discussione.

Lascia un commento