Bollette pazze dell'energia, rimborso da 7mila euro per una pensionata: come ha fatto

Una donna della provincia di Treviso è riuscita ad ottenere, grazie al supporto di un'associazione a difesa dei consumatori, un rimborso superiore a 7mila euro dopo aver ricevuto due "bollette pazze" dell'energia elettrica. Per queste bollette non era stato comunicato nei tempi previsti il cambio di tariffa.

Il tema delle bollette pazze è ormai al centro del dibattito da diversi mesi, ancor di più da quando è stata sancita la fine del mercato tutelato. Nell'ultimo periodo, tanti consumatori hanno segnalato la ricezione di fatture di gas ed energia elettrica con importi spropositati. La causa, spesso, è un improvviso cambio di tariffa non comunicato o comunicato in maniera inadeguata da parte del gestore.

Di tanto in tanto, comunque, emerge anche qualche buona notizia in merito. È il caso di una pensionata di Quinto di Treviso, in provincia di Treviso, che è riuscita ad ottenere un rimborso di due bollette per un'importo superiore a 7mila euro. La vicenda è stata portata alla luce dall'associazione Adico. La donna, 69enne, si è vista infatti annullare due bollette dell'energia, una da 4.500 e un'altra da circa 3mila euro, che aveva già iniziato a pagare a rate. Le due fatture erano risalenti al periodo tra novembre 2022 e marzo 2024.

Bollette pazze, così la pensionata è riuscita ad ottenere il rimborso

Bollette pazze, come ha fatto la pensionata ad ottenere un rimborso
La vicenda riguardante una pensionata della provincia di Treviso

Proprio grazie all'intervento dell'associazione, la pensionata è riuscita ad ottenere l'annullamento delle due bollette. Il tutto perché il gestore ha riconosciuto che, a causa di un mero errore materiale, la comunicazione nei confronti della consumatrice è avvenuta oltre i tempi previsti per legge. Per questo motivo, nei confronti della pensionata è stato riconosciuto il rimborso dei soldi già sborsati. A ciò si aggiunge l'emissione di una bolletta a credito di importo pari a 7.542,16 euro. Si tratta di una delle tante vicende che vedono i consumatori riuscire a far valere i propri diritti contro quelle che, non di rado, si rivelano delle vere e proprie ingiustizie.

Come spiegato da Carlo Garofolini, presidente dell'Adico, quando questi episodi si verificano l'associazione conteste ai gestori la mancata comunicazione del cambio di tariffa. È questo, infatti, ciò che riferiscono i diretti interessati. I gestori, però, solitamente comunicano i tempi dell'invio del messaggio e a quel punto è difficile riuscire a controbattere. Non esiste, infatti, l'obbligo di invio di queste comunicazioni tramite pec o raccomandata con ricevuta di ritorno. Esistono, comunque, casi con un esito positivo, nei quali gli stessi gestori ammettono un ritardo nella comunicazione. A breve, intanto, sono attese delle importanti novità sul merito. Dovrebbero arrivare, infatti, una sentenza del Tar e una pronuncia dell'Antitrust.

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