Ecco un approfondimento che fa sicuramente al caso di chi è preoccupato per le conseguenze del pasto sgarro: va a rovinare la dieta? Andiamo a scoprirlo grazie alle parole dell'esperto Walter Antonucci, che sul tema ha pubblicato un contenuto video dedicato.
Ma fare il pasto sgarro cosa comporta? È una delle primissime domande che vengono rivolte al nutrizionista quando ci si accomoda e ci si lascia guidare verso un inedito viaggio di piaceri un po' particolari. Si mandano infatti in soffitta cene extralarge e si dà spazio a verdure e frutta. Insomma, si guarda alla salute e al benessere. C'è però un momento della settimana durante il quale ci si vuole abbandonare ai piaceri autentici senza grammature e cucchiai d'olio che reggano. Si può fare senza conseguenze? Ecco la risposta.
Il pasto sgarro nella dieta non deve preoccupare: ecco il perché
A occuparsi del tema è l'esperto Walter Antonucci, che ha voluto parlarci proprio del pasto sgarro che milioni di persone fanno nel mondo. Andiamo a scoprire, attraverso le sue parole, se fare lo sgarro settimanale è utile o da evitare. Oggi è chiamato anche cheat day ma la sostanza non cambia.
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"È anzitutto un'opportunità per mangiare cibi non consentiti dalla dieta", precisa l'esperto. Psicologicamente aiuta a soddisfare i desideri e a mantenere la motivazione. Ma metabolicamente, invece? "Assolutamente a nulla - chiarisce - tanto fa tutto media settimanale". Che poi il giorno dello sgarro non serve per abbuffarsi come magari si faceva in precedenza. Piuttosto, è un modo per mangiare anche cibi più zuccherosi, gelati, pizze o altre leccornie solitamente non presenti in dieta. "Scegliere quello che più piace", precisa l'esperto.
Se dunque sei in quella fase dove vuoi diminuire la componente grassa del tuo corpo sorge una domanda spontanea, relativa al numero di pasti sgarro che si possono fare durante una settimana o un mese. "Questo dipende dal tuo corpo e dal modo in cui gestisci i nutrienti", commenta l'esperto.
Ecco quando può essere utile
Non fa di certo messa in secondo piano la componente psicologica. Già, perché se quel cibo o quel piatto ti aiutano ad affrontare in maniera più serena il percorso nutrizionale, allora ti conviene farlo. "Gli additivi non rovinano l'intestino - illustra l'esperto - e non danno di certo luogo a microlesioni intestinali", chiosa. Dunque, mangiando cibi ultraprocessati non vai a ledere l'intestino e questo non produce più ormoni della sazietà. Ciò che invece può aiutarci nel tempo è la riduzione delle dimensioni dello stomaco. A proposito di dieta: ecco un alimento a cui prestare attenzione. Il motivo è molto semplice.