Lavoro part-time, il datore può modificare l'orario? "Le differenze con il tempo pieno"

Il datore di lavoro può modificare l'orario, nel caso di un contratto part-time? E il dipendente può rifiutare il cambio? Ecco la risposta, e la differenza con il contratto di lavoro pieno.

Per 'lavoro dipendente' o, più correttamente 'subordinato', si intende un rapporto di lavoro, mediante il quale un lavoratore cede il proprio lavoro a un datore, in maniera continuativa. Naturalmente, questo lavoro ha un costo: il datore deve dare una retribuzione monetaria al lavoratore, che viene stabilita a priori, nel contratto di lavoro. Oltre alla retribuzione mensile, il contratto stabilisce tutte le tutele che spettano ai lavoratori, insieme ai loro diritti e, naturalmente, ai loro doveri. Esistono diversi tipi di contratto di lavoro subordinato, ed essi vengono differenziati, principalmente, per il numero di ore settimanali in cui il lavoratore presta servizio.

Il contratto standard, su cui si basano tutti gli altri, è il contratto di lavoro subordinato a tempo pieno. Il lavoratore che stipula questo contratto, presta il suo lavoro nel corso dell'intera settimana, solitamente per cinque giorni su sette, e per una durata media di 40 ore settimanali. I contratti di lavoro possono anche richiedere un quantitativo di ore inferiore: in questo caso, di solito, si parla di contratti a tempo parziale, o part-time. Il quantitativo di ore prestate, in questo caso, può variare: esistono, infatti, contratti di lavoro part-time di 30 ore settimanali, e contratti di 20 ore settimanali, o anche meno.

Lavoro part-time: il datore può modificare l'orario nel caso di un contratto di lavoro parziale? Ecco tutti i dettagli

Il lavoro part-time può essere orizzontale o verticale: il primo si distribuisce su tutti i giorni della settimana, ma con una riduzione d'orario, mentre il secondo prevede, solitamente, che il lavoratore lavori per tutto il giorno, ma solo per alcuni giorni a settimana. Oltre al quantitativo di ore, ci sono altre differenze tra il contratto full-time e il contratto part-time. Una di queste riguarda il cambio di orario. Nel caso del lavoro a tempo pieno, infatti, se il cambio d'orario non riguarda il numero di ore, ma la distribuzione delle ore, esso può essere stabilito unilateralmente dal datore di lavoro, purché rispetti tutte le normative sull'orario, sulle pause ed eventuali prescrizioni mediche. Diversa è la questione di una possibile riduzione d'orario: in questo caso, c'è bisogno che il datore di lavoro e il lavoratore la concordino.

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Le cose cambiano, invece, con i contratti part-time. Su TikTok, Alessandra, di Ufficio del Personale, ha spiegato che per un contratto part-time, la modifica va sempre concordata, e comunicata con un anticipo di almeno 48 ore. In più, nel contratto part-time, devono essere presenti le clausole elastiche. Queste sono delle specifiche in più, presenti nel contratto. Le clausole elastiche vanno a regolamentare, per l'appunto, il cambio d'orario, nonché la possibilità di lavorare per un numero di ore supplementari. In ogni caso, sottolinea Alessandra, con il part-time, il cambio d'orario va concordato e, dunque, il lavoratore può anche rifiutarsi.

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Una donna al lavoro.

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