Il lavoro agile è una “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa” (L. 22 maggio 2017, n. 81).La Legge n. 81 dichiara che le disposizioni si applicano anche nei rapporti di lavoro del settore pubblico per il quale è stata emanata la Direttiva n. 3/2017 in materia di lavoro agile, all’interno della Riforma del Pubblico Impiego (L. n. 124/2015), che ne definisce modalità di attuazione per il settore di riferimento.
Il lavoro agile è dunque una modalità di lavoro che consente di flessibilizzare luoghi e tempi della prestazione lavorativa con il duplice obiettivo di aumentare la qualità dei servizi e la produttività e favorire una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il lavoro agile è una leva di innovazione organizzativa – revisione dei processi organizzativi, aumento competenze di pianificazione, gestione e coordinamento, abbandono della logica dell’adempimento a favore di una attenzione all’obiettivo, accelerazione dei processi interni di digitalizzazione e aumento competenze tecnologiche – e culturale – stili di leadership basati su fiducia, autonomia, delega e responsabilizzazione, relazioni orizzontali, condivisione di obiettivi e risultati, comunicazione
La cornice normativa è semplice e flessibile con l’obiettivo di favorire la condivisione e la definizione delle decisioni organizzative all’interno della singola amministrazione, garantendo così compatibilità con diverse applicazioni e formulazioni organizzative.
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Il lavoro agile non prevede specifici vincoli di luogo né una postazione fissa. Può essere svolto senza precisi vincoli di orario e di ripartizione delle giornate nella settimana o nel mese. Nel lavoro agile è ammesso il modello BYOD (Bring Your Own Device), per cui i lavoratori/lavoratrici possono utilizzare i propri device.
Il telelavoro viene svolto da una postazione fissa, generalmente domestica, in un orario corrispondente a quello d’ufficio. È uno strumento di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e il datore di lavoro ha l’obbligo di dotare il lavoratore/lavoratrice dell’attrezzatura necessaria.
La diffusione degli strumenti tecnologici che ormai quotidianamente si utilizzano permette di abbattere le dimensioni della distanza e del tempo. Diventano così una leva per costruire modelli organizzativi flessibili e innovativi, sebbene il loro utilizzo non sia obbligatorio, ma solo consigliato nello svolgimento del lavoro agile. Il potenziale delle tecnologie sta nella capacità di connettere persone distanti e ubicate in spazi differenti (uffici, abitazioni, luoghi pubblici) favorendo la comunicazione, l’interazione e l’accessibilità ai dati. Ciò può avvenire attraverso l’implementazione di nuovi strumenti e l’integrazione di questi con tecnologie già esistenti (ad esempio la rete intranet). Strumenti agili possono essere: chat, applicazioni compatibili con device diversi, strumenti evoluti di conference call, spazi cloud per la condivisione dei materiali.
L’introduzione di modalità di lavoro che richiedono l’accesso a contenuti riservati al di fuori della sede di lavoro pone il tema della messa in sicurezza dei dati sensibili. Per questo è necessario definire policy specifiche e utilizzare strumenti che prevedano dispositivi di sicurezza efficaci.
Un processo di introduzione del lavoro agile adeguatamente governato, genera ricadute positive a più livelli. Se sul fronte dei lavoratori coinvolti gli impatti riguardano un aumento del benessere, della qualità della vita e della soddisfazione, nell’organizzazione i benefici sono generati da un modello di leadership rinnovato che impatta positivamente e a vari livelli sulla produttività e sulla qualità dei servizi erogati. Una gestione flessibile del lavoro, che riduce gli spostamenti e porta ad una ottimizzazione degli spazi nelle sedi di lavoro, ha delle ricadute positive anche sul territorio: questi (ad oggi minimi) impatti ambientali hanno certamente un valore sul fronte della responsabilità sociale che ciascuna organizzazione può esercitare a favore del contesto in cui opera.