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Il Lavoro Agile una via per l’inclusione e la parità

Il 22 febbraio 2022 alle ore 11.00 ha avuto luogo il workshop online dal titolo “Il Lavoro Agile una via per l’inclusione e la parità” che chiude la seconda fase del progetto “Lavoro Agile per il futuro della PA” cofinanziato dal PON Governance e Capacità istituzionale 2014/2020 ed attuato dal Dipartimento per le pari opportunità.

L’evento, curato dalla società Variazioni srl specializzata in innovazione organizzativa, smart working e policy di rete che ha supportato il DPO nella realizzazione del progetto “Lavoro agile per il futuro della PA”, è stato ampiamente seguito tramite diretta sul canale Facebook e piattaforma Zoom.

Il workshop ha messo a confronto alcune esperienze significative nel settore pubblico e privato esplorando il legame tra pari opportunità, inclusione, partecipazione e lavoro agile in un'ottica di conciliazione vita/lavoro ed aumento della produttività. L’evento è stato una occasione per fare il punto della situazione sull’avanzamento del progetto condividendone i risultati e le prospettive future.

Con la moderazione della giornalista Rita Querzè hanno partecipato in qualità di relatori alla tavola rotonda: Laura Menicucci, Direttore generale Dipartimento per le pari opportunità (DPO) - Presidenza del Consiglio dei Ministri, Stefania Cazzarolli CEO Variazioni, Sauro Angeletti, Direttore generale Dipartimento della funzione pubblica (DFP) - Presidenza del Consiglio dei Ministri, Francesco Raphael Frieri Direttore Generale alle Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni Regione Emilia-Romagna, Lucia Scopelliti, Direttore Area Formazione Lavoro Comune di Milano e Alessandra Di Cosmo, Responsabile Organizzazione, Sviluppo e Recruitment VodafoneItalia.

Gli interventi, in un’ottica di confronto e condivisione di esperienze, hanno evidenziato punti di forza e debolezza di questa modalità lavorativa e analizzato le condizioni necessarie affinché il lavoro agile possa essere strutturato all’interno delle organizzazioni sia pubbliche che private.

Il lavoro agile non è solo uno strumento organizzativo ed innovativo al servizio delle pubbliche amministrazioni ma è leva strategica per creare consapevolezza sui temi della diversity and inclusion in grado di incidere sulla cultura delle organizzazioni verso una reale uguaglianza di genere nel mondo del lavoro.

I relatori hanno sottolineato che lo smart working ha in sé tutte le potenzialità per diventare uno strumento inclusivo in grado di incidere sia sul benessere dei lavoratori e lavoratrici in un’ottica di conciliazione dei tempi di vita e lavoro sia sulla produttività delle organizzazioni. 

Secondo Sauro Angeletti, Direttore Generale DFP, Presidenza del Consiglio dei Ministri, “l’esperienza pandemica ha reso evidente che il processo di adozione del lavoro agile sia stato un attivatore di processi di innovazione per lo sviluppo delle competenze e delle capacità individuali.  L’applicazione del lavoro agile ha reso evidente come la prestazione individuale concorra al raggiungimento di obiettivi di carattere più generale che attengono alla performance delle amministrazioni pubbliche, un principio che è alla base delle ultime indicazioni normative e metodologiche sull’adozione del lavoro agile nella PAAffinché il lavoro agile diventi uno strumento performante nonché un catalizzatore di cambiamento e di processi di innovazione, deve essere abilitato da risorse organizzative, tecnologiche e culturali che permettano al lavoratore, al di là del contesto in cui realizza la sua prestazione lavorativa, di contribuire alla creazione di valore pubblico.  

Grazie al PNRR le persone ritornano al centro delle strategie delle PA: tra gli investimenti previsti nella riforma della PA, circa un quarto delle risorse, ovvero 400 milioni di euro, sono finalizzati a rinnovare i modelli di organizzazione e di lavoro pubblico e rafforzare le competenze delle persone avendo ormai chiaro che le riforme a costo zero non si fanno ma presuppongono degli investimenti”. 

Stefania Cazzarolli, CEO di Variazioni, ha spiegato che “il lavoro agile può essere davvero la svolta per l’inclusività; se correttamente utilizzato può davvero essere lo strumento del riequilibrio di molte differenze ancora marcate e di discriminazioni contro le quali i tradizionali strumenti organizzativi sono deboli. In questi anni abbiamo visto che le PA vanno a velocità diverse e accanto ai casi virtuosi emergono anche tante difficoltà. La road map verso il vero lavoro agile per l’inclusione passa dunque attraverso il supporto alla creazione di un nuovo modello culturale, la realizzazione di progetti di comunicazione, l’accompagnamento e la sensibilizzazione ad un corretto utilizzo dello strumento, la facilitazione istituzionale nell'attivazione di progetti e di reti territoriali pubblico-private”.

Le esperienze sul campo del Comune di Milano, della Regione Emilia Romagna e di Vodafone Italia hanno evidenziato come l’introduzione del lavoro agile possa essere uno strumento di grande cambiamento organizzativo se supportato da una adeguata formazione, da strumenti di welfare e conciliazione per favorire la parità di genere, l’inclusione e la diversity e da una maggiore flessibilità che punti alla solidarietà tra tutto il team di lavoro verso obiettivi misurabili.

Dall’altra parte se si guarda allo scenario futuro in tema di lavoro agile per Lucia Scopellitiil tema dei modelli di leadership è molto sentito nella PA, è evidente che ci sono stereotipi molto accentuati all’interno delle organizzazioni burocratiche, sia sotto il profilo del genere che sotto quello generazionale. Basti pensare che le donne che lavorano al Comune di Milano sono il doppio degli uomini, proporzione che si ribalta se osserviamo la fascia dei dirigenti. Resta molto lavoro da fare per cambiare questo modello di leadership non sensibile ai temi della parità di genere.  Il primo step per attuare un processo di cambiamento è intervenire sulla cultura organizzativa”.

Francesco Raphael Frieri riferisce che “la Regione Emilia Romagna sta lavorando sull’impostazione del recruiting dei dirigenti con una valutazione delle soft skill anche in fase di selezione per riconoscere i profili più rispettosi della diversità e dei generi. Non vogliamo che siano le donne a pagare il prezzo più alto dei carichi di lavoro di cura”.

E Alessandra Di Cosmo di Vodafone Italia racconta che “dopo due anni di smart working full e con uno smart working spinto a livello strutturale, gli aspetti da tenere sotto controllo sono tre: la definizione delle attività da fare in ufficio o a casa, l’inclusione delle donne e l’impatto sul sistema valoriale dell’azienda. Quando non ci si vede più tutti i giorni, l’adesione al sistema di valori e il senso di appartenenza possono risultare minati e indeboliti”.

Per riuscire dunque a trasformare questa modalità lavorativa in strumento rivoluzionario in grado di modificare in modo radicale i classici paradigmi del mondo del lavoro, è necessario puntare su alcuni concetti e parole chiave che riguardano un nuovo modo di intendere l’organizzazione nel suo complesso. 

Laura Menicucci, Direttore generale DPO, Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha concluso gli interventi della giornata con alcune riflessioni “se da una parte bisogna lavorare molto per favorire la parità di genere, dall’altra l’adozione del lavoro agile è un processo inevitabile che porterà ad attivare nel medio e lungo periodo un cambiamento culturale ed organizzativo che possa aprire la strada sia ad una reale e maggiore uguaglianza di genere e condivisione delle responsabilità di cura familiare nelle coppie sia ad una migliore inclusione dei soggetti fragili.

Le parole chiave emerse nel corso degli interventi sono tante: cambiamento culturale, flessibilità, organizzazione del lavoro correlata agli obiettivi e ai risultati, approccio cooperativo, fiducia, empowerment della leadership, necessità di evitare l’isolamento soprattutto per le categorie fragili ed attenzione al benessere e alla qualità della vita del personale della PA ma anche della collettività nel suo complesso.

Il progetto Lavoro Agile per il futuro della PA continua il suo cammino e il ruolo del Dipartimento per le pari opportunità è centrale come facilitatore istituzionale in grado di assistere, supportare ed accompagnare le pubbliche amministrazioni nei vari stadi del loro percorso verso un reale processo di innovazione, cambiamento ed inclusione”.

È possibile rivedere la registrazione dell’evento attraverso il canale Facebook del progetto “Lavoro Agile per il futuro della PA”.