
Introduzione
I DPCM emanati nel mese di marzo per far fronte all’emergenza sanitaria del COVID-19, con le relative indicazioni e strategie per attivare in maniera tempestiva il lavoro Agile nelle aziende private e nella PA, segnano la linea di demarcazione tra un prima e un dopo nella narrazione della storia relativa al destino dello smart working. Apparso timidamente sotto forma di proposta già con la legge 124/2015 della Ministra Madia, passando per una fase di sperimentazione avviata con la legge 81/2017 che auspicava il traguardo di almeno il 10% lavoratori agili in ogni PA, con il diffondersi dell'emergenza epidemiologica lo smart working ha subito un’accelerazione inaspettata e rivoluzionaria, divenendo, di fatto, la modalità di lavoro principale sia nel settore privato che nella Pubblica Amministrazione.
Tale cambiamento, tuttavia, è avvenuto in un modo così repentino e dirompente che le Amministrazioni pubbliche non hanno avuto il tempo di procedere per step, avviando percorsi di sperimentazione graduali, ma hanno dovuto tempestivamente applicare le disposizioni dei Dpcm 8 marzo 2020, 11 marzo 2020 e 10 aprile 2020, derogando al principio dell’accordo individuale, che nel lavoro agile ordinario regola aspetti determinanti dello svolgimento del rapporto di lavoro.
Per meglio comprendere gli aspetti peculiari nonché la portata di tale cambiamento, tra marzo e aprile 2020, oltre 20 amministrazioni aderenti al progetto Lavoro Agile per la PA si sono incontrate virtualmente in piccoli gruppi durante 4 focus group organizzati e condotti online dalla RTI di progetto, quale occasione di confronto sulla situazione di lavoro agile “in emergenza”.
Nel corso degli incontri ciascun partecipante è stato invitato a rispondere liberamente ad alcune sollecitazioni tematiche, con l’obiettivo di raccogliere testimonianze dirette sull’esperienza in corso e opinioni sulle prospettive per la fase 2 dell’emergenza successiva al distanziamento fisico e al contemporaneo lavoro da remoto, imposto come misura di contrasto al Covid-19.
L’analisi proposta, ponendosi in linea di continuità con i temi già affrontati nella news letter relativa ai mutamenti in itinere del Lavoro Agile, si basa, dunque, sugli esiti degli incontri realizzati e mostra come sia stato possibile organizzare le PA e consentire al 50, 80 e, in alcuni casi, anche al 98% delle lavoratrici e dei lavoratori di continuare a lavorare da remoto, bypassando così quegli ostacoli tecnici e culturali che ne rendevano inimmaginabile la sua realizzazione.
Difficoltà, sorprese e sfide alla base delle testimonianze delle PA coinvolte nei focus group del progetto.
Indice
2. Aspetti piacevolmente (o meno) sorprendenti del lavoro agile “in emergenza”
3. Quali sono le lezioni apprese? Quali input per il futuro?
4. Punti critici e rischi temporanei
5. Due sfide per il futuro e una riflessione sul ruolo della dirigenza