
Affinché lo smart working si diffonda nel settore pubblico è necessario intervenire con un’azione massiva di accompagnamento, comunicazione e informazione che possa contribuire a rimuovere gli ostacoli di natura culturale e organizzativa ancora presenti in alcune PA.
La Cons. Monica Parrella firma questo articolo per FPA per condividere quanto sostenuto davanti al Ministro Bongiorno, in occasione della presentazione del Libro Bianco elaborato da FPA
Per comprendere le ragioni per le quali il lavoro agile può rappresentare una leva per l’innovazione nella Pubblica amministrazione, è necessario partire da una sintetica analisi del contesto in cui si muovono i lavoratori e le lavoratrici del settore pubblico in Italia.
La PA oggi si presenta come un Giano bifronte: da un lato ha una immagine “anziana”, rappresentata dall’elevata età media dei dipendenti, che supera ovunque i 50 anni, da forti resistenze all’innovazione, ma al contempo da un accresciuto bisogno di flessibilità in un contesto organizzativo rigido e ancorato a vecchi schemi, in termini di tempi, luoghi e processi; dall’altro, si sta delineando anche un’immagine più “giovane” e innovativa, di cui sono protagonisti le nuove leve in ingresso e alcuni dirigenti, caratterizzata dalle opportunità offerte dagli strumenti tecnologici e dai nuovi processi di digitalizzazione.
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